I francesi chiudono
tutto tranne le scuole, con le tifoserie da social network a cui non sembra
vero: bravi, bis, è così che si fa: la cultura tout d'abord! (e come se la
didattica a distanza fosse incultura, ma lasciamo andare...).
Intanto, i campani e i lombardi e qualche regione ancora che ho
scordato, chiudono le scuole
superiori ma lasciano aperti i bar, almeno fino allo Spritz delle diciotto; e
sono altre tifoserie a esultare, o, che poi è lo stesso, a spernacchiare:
terroni del cazzo, abbasso i francesi mangia lumache, buu!
Alle diciotto, i tedeschi, stanno dove stanno e però fanno un saltino,
poi una giravolta, falla un'altra volta, mentre gli inglesi dicono trentatré,
anzi thirty three. Allora uno legge, ascolta tutti, ma a un certo punto gli
viene un dubbio... E se la smettessimo con queste comparazioni idiote, che ne
dite?
La verità – quella suggerita dai numeri, almeno – è che l'intero
Occidente dello stramaledetto virus non ha capito una cippa, e più che lo
strombazzato modello Italia (magari in Corea ci sarebbe
qualcosina da imparare) vengono in mente i proverbiali italiano, inglese e
francese delle barzellette, ad esempio quella del fantasma Formaggino.
Storielle che ti fanno sbellicare dalle risate fino a sei anni, ma poi,
sempre più imbarazzato, comici a guardare gli altri come il gabbiere che scruta
l'oceano, alla ricerca di una traccia di intelligenza adulta nascosta tra onde
e gabbiani.
Macché, loro continuano a ridere: il fantasma Formaggino, uh uh uh, e
nessuno sembra accorgersi che questa volta e se andiamo avanti così, sarà il
fantasma Formaggino a spalmarci su un panino.
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