È tutta colpa delle figurine. Alla fine mi sono fatto questa idea: le
figurine, meglio la loro mancanza, sono il principale responsabile della
confusione che ci attanaglia. Quando andavo all'oratorio si passavano ore nello
scambio delle figurine con impressi i giocatori delle squadre di calcio di serie A. Le più difficili da
trovare erano Cuccureddu, un difensore della Juventus che ricordava un po' le
foto dei latitanti, e Pizzaballa, portiere di Milan e Atalanta che al contrario
ricordava quelle dei poliziotti.
Due nomi certamente non comuni e buffi, che ne alimentavano il mito negli
scambi: "Hai mica Pizzaballa? Ti do Riva, Facchetti e Burgnich per
Pizzaballa." Chi faceva la proposta aveva compreso, forse inconsciamente,
i principi della statistica, che tanto utili sarebbero adesso. Ad esempio:
l'obiezione per cui anche i vaccinati sono vettori di contagio. È verissimo,
l'ha riconosciuto pure Anthony Fauci. Ma chiunque si sia cimentato in questa
postrema forma occidentale di baratto, avrebbe gli strumenti per ricavare che
la figurina di un vaccinato non vale quella di un no vax.
Nel secondo caso, infatti, il rischio di essere contagiati è ventitre volte
superiore, e dunque nello stesso rapporto anche quello di contagiare. E così
per tutto quanto. I vaccini hanno effetti collaterali, sì, certo, ma in che
proporzione (sia quantitativa che qualitativa) rispetto al rischio di ammalarsi
e magari morire? Ed è ancora statistica, baratto, figurine.
La scienza medica al tempo del Covid-19 è solo questo: un compromesso, non
nascondiamoci dietro il dito dell'utopia positivista. Tra cinquant'anni,
probabilmente anche prima, trenta, forse perfino venti, i rimedi attualmente
approntati ci faranno sorridere, superati da terapie più sicure ed efficaci. Ma
noi siamo vivi adesso, tra venti o trent'anni chissà...
Per restarlo, vivi e possibilmente in buona salute, conviene allora
mediare, magari non avremo Pizzaballa ma ci assicureremo Cuccureddu; ci costerà
qualcosa (dovremo ad esempio cedere Mazzola e Chinaglia, che abbiamo doppi) ma
va bene così.
Il baratto delle figurine non è però più praticato, e l'idea che sta
passando in larghi strati della popolazione, anche colta, corrisponde alla
metafora della botte piena e la moglie ubriaca; o se si preferisce Pizzaballa
in porta e Cuccureddu in difesa, economia fiorente e assenza di tutele, salute
e libertà, tutto e subito. Li si vuole entrambi. Senza cedere nulla. Cosa che a
un bambino degli anni settanta sarebbe apparso un'assurdità.
Pizzaballa me lo ricordo.. ma la figurina "ricercata" più famosa è rimasta Magherini, riserva della Lazio, ma in quel periodo più famoso di Giorgione Chinaglia!! ahah paradossalmente avrei dato l'album per un Magherini qualsiasi..
RispondiEliminaNon ricordo Maghetini. Della Lazio, ricordo la figurina del biondissimo Re Cecconi. Purtroppo fece una triste bruttissima fine, per una burla a un gioielliere suo amico.
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