Nel documentario USA for Africa, presente da pochi giorni sulla piattaforma Netflix, vengono mostrate le prove della canzone We are the World, interpretata nel 1985 da quarantacinque artisti statunitensi per aiutare le popolazioni africane colpite da carestia. Tra gli altri Lionel Richie nel ruolo di Lionel Richie, tutto smalto dentale e baffi e buon umore, Bruce Springsteen che fa il boss, pacche sulle spalle a destra e a manca, Michel Jackson non riesce a trattenere il bacino dal seguire l’andamento delle note, Tina Turner mostra lo stacco di cosce, Ray Charles prima ride e poi pronuncia una nuova battuta e Cindy Lauper ribadisce la vena cromatica del suo parrucchiere. Ognuno è sé stesso, insomma, o perlomeno conferma l’immagine pubblica, e tutti assieme ricordano la caciara sul pullman in gita scolastica al termine delle medie. Solo Bob Dylan è rimasto a casa con la testa a fare i compiti, è un tifoso della Roma finito per sbaglio nella curva della Lazio. Per fortuna non tira fuori la sciarpa della sua squadra del cuore, ma, giustamente, abbozza.
Prove di stronzaggine pre Nobel..
RispondiEliminaa me la sua presenza impacciata suscita simpatia, il famigerato pesce fuor d'acqua. Forse perché è una sensazione che ho provato spesso anch'io
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