Ricordo un tempo della
nostra vita in cui problema cruciale era la scelta tra Tenax e Gommina. Avevo
inizialmente scritto mia, ma in quel tempo, ripensandoci, una vita mia ancora
non la possedevo, il pronome noi allagava ogni aspetto dell'esistenza come l'acqua
alta in una famosa città del Nordest, veniva raggiunta sempre in forma plurale al termine delle scuole medie F. Sassi di Sondrio, per tornare cantando Lucio Battisti sui sedili posteriori del
pullman (quelli anteriori erano riservati ai secchioni) con una gondola in miniatura nello zainetto da regalare alla nonna. Il Tenax conferiva ai capelli
un'eccezionale brillantezza – l'effetto era simile alla brillantina, solo più
attenuato e privo untume – combinata a una profumazione molto gradevole, ma
poteva lasciare traccia in forma di minimi grumi verdognoli, quasi
fosforescenti. Inconveniente evitabile se si utilizzava la Gommina, che,
seppure al prezzo di una rigidità da capigliatura del Big Jim e odore vagamente
medicinale, scolpiva la piega con maggiore decisione. Alla fine mi ero risolto
per il Tenax, anche se costava un poco di più. Scoprii in seguito che, a quel
tempo di dilemmi, era stato dato il nome di riflusso, edonismo reganiano,
disimpegno. Per me rimane il tempo in cui segno e corpo erano ancora allineati,
si poteva passare davanti agli specchi senza rischiare di essere smentiti, anzi
sostando per verificare se i grumi fosforescenti erano visibili o avevamo fatto
un buon lavoro di impasto, ed entrambi, segno e corpo, procedevano come
scagliati da una freccia circonfusa da una colonna sonora meravigliosa; chissà
come mai i fratelli più vecchi dei miei amici la liquidavano con il termine commerciale,
di cui stentavamo a intendere il senso se non come sinonimo di brutto – gli
Ultravox sarebbero brutti, e gli Smiths i Police...? Quella parola,
commerciale, in seguito si precisò, e a essa se ne aggiunsero molte altre da
esibire in discorsi che perdevano la cadenza valtellinese: apotropaico,
ermeneutica, panoplia, gentrificazione... Quanto più definivano un concetto con
precisione, quanto meno chi pronunciava il nuovo alfabeto apparteneva a
un'adolescenza di provincia, che si rivelava infine quale sostanza
indistinta, melmosa, simile al Tenax. Ma l'esattezza con cui la lingua sostiene
il pensiero non è in grado di fare lo stesso con la freccia, la vedo
afflosciarsi senza un bersaglio all'orizzonte, come in certe storielle zen il
centro coincide con la mano dell'arciere che se l'è fatta sfuggire, sommersi
soprattutto da immondizie musicali.
sabato 10 febbraio 2024
Dilemmi
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