Ho chiesto a Bing, il motore di ricerca potenziato dall'intelligenza artificiale GPT-4, di scrivermi una poesia nello stile di Gianni Rodari. L'altro vincolo che ho posto è che doveva avere quale protagonista un uomo che si sveglia una mattina trasformato in un trattore. In meno di dieci secondi ecco cosa ha prodotto:
Una mattina, Gianni si svegliò,
non nel suo letto, ma in un campo arato.
"Che cosa è successo?" si chiese spaventato,
poi si guardò: era un trattore, non più un impiegato!
Con ruote grandi e un motore brillante,
era diventato un gigante importante.
"Vado a lavorare," disse con un rombo,
e iniziò a arare, senza alcun imbarazzo o sgomento.
Girava e rigirava, la terra a festoni,
tra i fili d'erba e i piccoli grilli canterini.
I bambini lo seguivano in processione,
ridendo e saltando, pieni di domande e disegnini.
"Ma come è possibile?" chiedeva la maestra,
mentre Gianni-Trattore faceva una pausa per la siesta.
"È la magia della fantasia," rispondeva lui,
"che trasforma il mondo, e anche tu e tu e
tu!"
Alla fine della giornata, il lavoro era fatto,
e Gianni si sentiva un po' meno trattore e più matto.
Ma con un sorriso sotto il suo cofano,
sapeva che domani sarebbe stata
un'altra avventura, mano nella mano.
Siccome il risultato, confesso, mi piaceva, o comunque mi piaceva più della maggior parte delle poesie che trovo sui social, ho chiesto a Bing anche di illustrarmi la poesia e di farmi una critica, o più propriamente – ho scritto nella richiesta – la stroncatura, questa volta nello stile di Goffredo Fofi. E di nuovo, in pochissimi secondi, l'intelligenza artificiale si è espressa:
Questa poesia è un esempio lampante di come non si debba scrivere poesia. La trama è così banale che persino un bambino di cinque anni potrebbe trovarla noiosa. Il ritmo è prevedibile e monotono, e la rima forzata rende il tutto ancora più insopportabile. La trasformazione di Gianni in un trattore è un tentativo maldestro di surrealismo che fallisce miseramente nel suscitare qualsiasi tipo di meraviglia o interesse. Inoltre, la morale della storia è talmente ovvia che insulta l’intelligenza del lettore. In breve, questa poesia è un disastro totale che non merita nemmeno di essere chiamata tale.
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