Una donna sul web scrive di non essere femminista. Scrive anche altre cose in realtà, lo fa bene, con ironia e sottigliezza discorsiva, ma noi zoomiamo solo su quella dichiarazione di non intenti. Anche perché le risponde a stretto giro un'altra donna, con le seguenti parole:
"Non è un partito il femminismo né una scuola né un genere. Chiede semplicemente di non svalutare, picchiare, declassare, uccidere le donne. In questo senso tutti e tutte dovremmo essere femministe..."
Confesso, a me il commento ha fatto un po' girare le scatole, è sempre antipatico quando qualcuno pretende di insegnarti cosa dovresti essere. Ma lasciamo andare, in fondo non l'ha detto a me. Mentre è inequivocabile un fatto: non è il femminismo a chiedere di non svalutare, picchiare, declassare, uccidere le donne, ma la Costituzione italiana a imporlo. Non è un dettaglio di poco conto.
Eppure è vero che il femminismo ci è arrivato prima, non avremmo la Costituzione che abbiamo senza le battaglie per l'emancipazione femminile, senza le suffragette che all'inizio del XX secolo rivendicavano il diritto di voto in Gran Bretagna, senza il femminismo, sì. Verso cui è giusto provare un sentimento di sana gratitudine.
Ma adesso che facciamo, mettiamo indietro le lancette dell'orologio e ripartiamo dalla mezzanotte, oppure proviamo a sporgerci sul presente per individuare le ingiustizie e le esclusioni da emendare nel futuro, a cui fare seguire un piano articolato di contrasto?
A scanso equivoci: mi riferisco al presente occidentale, quando in Iran, per dire un luogo tra i molti in cui le donne ancora patiscono la prevaricazione maschile, la parola femminismo (non so come si traduca in farsi) ha pieno diritto a essere pronunciata forte e chiara.
Ma torniamo al commento riportato. A me sembra che rifletta una disposizione diffusa in molti campi, specie quello politico. Potremmo chiamarlo progressismo retroattivo. Un esempio? I discorsi di Elly Schlein.
Quando Elly Schlein parla pubblicamente – in privato deve essere molto simpatica, il suo sorriso schietto e contagioso lo lasciano intendere –, in tali occasioni è piuttosto comune vedere cadere braccia umane come foglie da un pioppo in autunno. E così, piano piano, la Sinistra perde i pezzi.
Non che dica stupidaggini, ma nelle sue parole viene
coniugato l'ovvio, declinato il già detto, lo stracotto, gli avanzi del
banchetto. Per dirla con il marchese Fulvio Abbate: musica leggera per
ceti medi. In tutto medi.
Schlein lo fa con termini altisonanti e dotti, ma nella sostanza anche lei ci sta dicendo che non bisogna svalutare, picchiare, declassare, uccidere le donne. Ok, fin qui ci siamo. Ma qual è l'idea di mondo, di nuovo mondo, meglio, per cui la Sinistra si batte e io dovrei votarla?
Non pervenuta, come la temperatura di Campobasso negli
anni Settanta.
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