Gentile Onorevole Aboubakar Soumahoro, il suo tweet in risposta a Giorgia
Meloni che, oggi, nel discorso parlamentare di insediamento si è rivolta a Lei
dandole per errore del tu – errore di cui si è prontamente scusata, e poco
importa se celi o meno un lapsus freudiano –, andrebbe incorniciato e
utilizzato come modello per una Sinistra che si voglia a vita perdente: il
piagnisteo, la presunzione di superiorità morale, i cavoli a merenda e insomma
tutto quell'armamentario vittimistico che ha davvero sfinito, basta, non se ne
può più!
Per dissipare l’equivoco di un affondo polemico di parte, aggiungo che la
parte di chi Le scrive sarebbe volentieri la medesima: con tutto il cuore
vorrei tornare a votare come sempre ho fatto a sinistra, ma vengo puntualmente
respinto da discorsi come i suoi. E mi dispiace perché ho stima di Lei,
Onorevole Soumahoro, della sua storia personale e di ciò che in Parlamento
rappresenta.
Discorsi che partono bene, intendiamoci, mossi dal vento in poppa dei
valori rivoluzionari (libertè, egalitè, fraternitè), per poi afflosciarsi
nell'assenza di una traduzione politica ed economica coniugata al presente,
alla quale sopravviene la nostalgia per l'assalto alla roccaforte della
Bastiglia, dove il marchese de Sade sognava le morbide cosce di Justine. Al suo
posto, ricordo nel caso Le fosse sfuggito, sorge ora un'ampia e trafficata
piazza, fallico anche il monumento di discutibile gusto che svetta al centro.
Quanto al fatto che "con il colonialismo e lo schiavismo i neri non
avevano diritto al Lei", verissimo. Peccato che nell'agenda politica
dell'attuale Governo, verso il quale condividiamo un caparbio dissenso, non sia
prevista la conversione delle campagne in piantagioni di cotone a uso ma non
consumo di chi ha una pigmentazione cutanea simile a quella che La rende
giustamente orgoglioso delle proprie origini; nel nostro bel meridione ci sono
già delle splendide distese di pomodori, la cui raccolta ha salari che gridano
vendetta.
Di questo si occupi per piacere, come ha già fatto con merito nel passato,
se vuole rappresentare non dico me che ho ancora qualche porzione di culo bene
al caldo, ma il freddo vero che entra nelle ossa, o le estati senza tregua e
Pinguino de Longhi che infiammano il Pianeta e confondono pecore e lupi, la
disperata fuga di gommoni straripanti degli ultimi, da cui ringhianti si
difendono i penultimi. Mentre ad ardere qui è solo la sua lunga coda di paglia.
Distinti e non pregiudizievoli saluti
Guido Hauser
In effetti fin troppi superflui rimproveri sono arrivati alla povera Giorgia, financo non aver nominato la prima donna sottosegretaria nonchè - aggiungo io - la prima donna portinaia di Palazzo Chigi.
RispondiEliminaSe la sinistra ha bisogno di questi dettagli.. la vedo dura..