mercoledì 26 ottobre 2022

Lettera aperta all'Onorevole Soumahoro


Gentile Onorevole Aboubakar Soumahoro, il suo tweet in risposta a Giorgia Meloni che, oggi, nel discorso parlamentare di insediamento si è rivolta a Lei dandole per errore del tu – errore di cui si è prontamente scusata, e poco importa se celi o meno un lapsus freudiano –, andrebbe incorniciato e utilizzato come modello per una Sinistra che si voglia a vita perdente: il piagnisteo, la presunzione di superiorità morale, i cavoli a merenda e insomma tutto quell'armamentario vittimistico che ha davvero sfinito, basta, non se ne può più!

Per dissipare l’equivoco di un affondo polemico di parte, aggiungo che la parte di chi Le scrive sarebbe volentieri la medesima: con tutto il cuore vorrei tornare a votare come sempre ho fatto a sinistra, ma vengo puntualmente respinto da discorsi come i suoi. E mi dispiace perché ho stima di Lei, Onorevole Soumahoro, della sua storia personale e di ciò che in Parlamento rappresenta.

Discorsi che partono bene, intendiamoci, mossi dal vento in poppa dei valori rivoluzionari (libertè, egalitè, fraternitè), per poi afflosciarsi nell'assenza di una traduzione politica ed economica coniugata al presente, alla quale sopravviene la nostalgia per l'assalto alla roccaforte della Bastiglia, dove il marchese de Sade sognava le morbide cosce di Justine. Al suo posto, ricordo nel caso Le fosse sfuggito, sorge ora un'ampia e trafficata piazza, fallico anche il monumento di discutibile gusto che svetta al centro.

Quanto al fatto che "con il colonialismo e lo schiavismo i neri non avevano diritto al Lei", verissimo. Peccato che nell'agenda politica dell'attuale Governo, verso il quale condividiamo un caparbio dissenso, non sia prevista la conversione delle campagne in piantagioni di cotone a uso ma non consumo di chi ha una pigmentazione cutanea simile a quella che La rende giustamente orgoglioso delle proprie origini; nel nostro bel meridione ci sono già delle splendide distese di pomodori, la cui raccolta ha salari che gridano vendetta.

Di questo si occupi per piacere, come ha già fatto con merito nel passato, se vuole rappresentare non dico me che ho ancora qualche porzione di culo bene al caldo, ma il freddo vero che entra nelle ossa, o le estati senza tregua e Pinguino de Longhi che infiammano il Pianeta e confondono pecore e lupi, la disperata fuga di gommoni straripanti degli ultimi, da cui ringhianti si difendono i penultimi. Mentre ad ardere qui è solo la sua lunga coda di paglia.

Distinti e non pregiudizievoli saluti

Guido Hauser

1 commento:

  1. In effetti fin troppi superflui rimproveri sono arrivati alla povera Giorgia, financo non aver nominato la prima donna sottosegretaria nonchè - aggiungo io - la prima donna portinaia di Palazzo Chigi.
    Se la sinistra ha bisogno di questi dettagli.. la vedo dura..

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