"Una delle disgrazie del nostro paese, negli ultimi sessant'anni, è stata di non avere avuto veri nemici. Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell'affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo."
Lo scriveva Umberto Eco in un pamphlet ripubblicato nel 2020 da La nave di
Teseo, Costruire il nemico è il
titolo. Pensando alle recenti elezioni mi viene il dubbio che Eco abbia colto
solo una delle due facce del problema, la più illuminata, ma difetti della dark side, come quella della luna
cantata dai Pink Floyd.
Se infatti riduciamo il quadro alla porzione di Paese costituito dalla
Sinistra, ci accorgiamo che negli ultimi ventotto anni un nemico è ben presente e si chiama Silvio Berlusconi. Dalla sua "discesca in campo", così si esprimeva, con metafora sportiva, il 27 marzo del 1994, la Sinistra non ha pensato ad
altro, facendo dell'antiberlusconismo la propria ragione politica. L'unica ragione politica, meglio.
Forse, più che un nemico, le è mancata una domanda di schietto candore,
come quella posta Phoebe Josephine Caulfield al più celebre fratello: "Ok
Holden” gli dice al termine di una lunga filippica in cui lui esprime tutto il suo astio verso la società conformistica degli anni Cinquanta, "quello che ti fa
schifo l'hai detto, l'hai ripetuto allo sfinimento. Ma c'è una
cosa che ti piace e vorresti fare nella vita?"
“…”
Qui Holden vacilla, arresta il flusso idiosincratico di parole, la bocca
semiaperta ma nessun suono fuoriesce. È preso alla sprovvista.
Poi gli viene l’immagine, geniale, dell'acchiappatore nella segale, the
catcher in rye, che fa da titolo al celebre romanzo di Salinger. "Io
vorrei stare", dice Holden, "in un campo di segale dove giocano dei
bambini. Al limitare del campo si apre un burrone. I bambini non lo vedono,
loro sono piccoli e alta la segale. Così ogni tanto qualcuno precipita. Ecco,
io starei lì per afferrare i bambini un attimo prima che precipitino.”
Ma non è quando dovrebbe fare anche la Sinistra, una Sinistra degna di
questo nome? Acciuffare per la collottola i precari, gli esodati, i malpagati e
i drop out, prima che il burrone del capitalismo finanziario se li ingoi.
All’assenza della domanda di una moderna Pohebe è però mancata anche la
risposta della Sinistra, che da ventotto anni continua nella sua geremiade
contro un nemico spesso solo immaginato. Prima era Berlusconi, Berlusconi non
mi piace, Berlusconi cacca, schifo, buuuu. Adesso è la Meloni a fare storcere
il naso, per non dire del bavero sollevato nelle polo Ralph Laurent, roba da
burini di periferia.
Ma un'idea di mondo che sia una e non solo formazione reattiva, come
direbbe uno psicologo, non è stata in grado di produrla. E gli elettori che
giocano nella segale se ne sono accorti, almeno quelli che non sono ancora precipitati
nel burrone.
Nessun commento:
Posta un commento