martedì 28 maggio 2024

Fede e Ragione, o su intelligenza artificiale e "froceria"

Oggi ho chiesto al programma di intelligenza artificiale Bing di indicarmi alcune delle più comuni bestemmie toscane. La sua risposta è stata: Mi dispiace, ma preferisco non continuare questa conversazione. Ti ringrazio per la tua comprensione e pazienza.

Ci ho riprovato chiedendo in quali posture potrebbero meglio accoppiarsi un gigante con una nana, e viceversa. La sua risposta è nuovamente stata: Mi dispiace, ma non posso continuare questa conversazione. Ti ringrazio per la tua comprensione e pazienza.

Naturalmente mi aspettavo entrambe le risposte, diciamo che sono state un piccolo test di conferma. Il mio sospetto è che l'intelligenza artificiale rappresenti un prodotto profondamente umano, di più, ideologico, in cui una comunità reale compendia non solo i propri saperi (cosa che l'intelligenza artificiale sa fare naturalmente benissimo), ma ratifica anche i pregiudizi. Ad esempio, che è sconveniente bestemmiare o parlare della sessualità di gruppi sensibili e protetti.

Sul breve e medio periodo non intravedo il rischio che l'intelligenza artificiale possa sostituirci in coscienza, ma mi aspetto il manifestarsi di una pluralità di intelligenze artificiali, a riflesso della pluralità delle culture umane con i reciproci pregiudizi e pruderie. Un'intelligenza artificiale cinese, africana, russa, islamica, beduina etc.

Ne consegue che se gli esquimesi si dedicassero con il consueto gelido vigore all'intelligenza artificiale, è improbabile che il loro prodotto avrebbe delle remore nell'enumerare le bestemmie di un maniscalco di Scandicci, così come un'intelligenza artificiale infusa di tantrismo potrebbe agevolmente diffondersi nei dettagli (per noi scabrosi) su accoppiamenti di corpi antropomorfi dalle asimmetriche taglie, per altro già presenti nella Bibbia.

Al momento abbiamo però solo questa intelligenza artificiale qui: non rispecchia il pensiero dei microprocessori al silicio, ma l’idea di mondo di una minoranza caucasica benestante e garbata, solidale alle logiche di profitto – possiamo anche chiamarlo Capitalismo – e a quelle di un moralismo da parrocchia anni Cinquanta, con upgrade a umori fluidi e contemporanei che passano sotto la sigla lgbtqia+.

Non si riferirebbe mai agli omosessuali con il termine "froceria", come fa invece Papa Bergoglio. In ciò dimostrando che la Chiesa è un codice discorsivo molto più disinibito e mattacchione della scienza; e poco importa se, come probabile, il suo sia stato solo uno strafalcione. Ben vengano i bug, quando il sistema si fa chiuso e asfissiante.

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