Prima che le automobili diventassero le automobili, erano delle carrozze a cui avevano piazzato un motore davanti. Vediamo se così consumano meno biada dei cavalli, deve avere pensato l'inventore di quello strano aggeggio, e non cagano per strada. Poi le cose sono andate come sono andate, ma ci si è messo un bel po' per mettere a fuoco i caratteri specifici dell'invenzione.
Credo stia avvenendo qualcosa del genere anche per i
social network. Il modello della fase aurorale, per quanto riguarda il nostro Paese,
almeno, lo si può ravvisare nell'Amaca di Michele Serra. Il giornalista ha quale unico problema quello di condividere ogni giorno un suo pensiero sul mondo. Un mondo piccolo piccolo quello da cui scoccare la propria freccia, ma fino alla
conta dei like gli utenti social ancora non lo sanno, e come Serra si avventurano in un giudizio sferzante sul Premio
Strega, i funerali di Berlusconi, le crêpes Suzette alla Nutella... Qualsiasi
cosa, con preferenza per l'attualità.
Essere epigoni significa però condividere anche il destino del modello originario, non le sole premesse. Ora, ad esempio, alle automobili viene di nuovo richiesto di non sporcare per strada (leggi: inquinare), come avveniva per le carrozze che imbrattavano gli Champs-Élysées. Vediamo allora come è evoluta nel tempo l'Amaca di Michele Serra, per prefigurare ciò che potrebbe accadere alla comunicazione sul web.
Dopo essere partita un po' in sordina, l'Amaca ha ottenuto un successo tale da guadagnare la prima pagina di Repubblica, dove è
rimasta qualche anno prima di essere nuovamente declassata all'interno, tra i
commenti che solo i più affezionati leggono. Insomma, senza entrare nel merito, ha seguito una parabola. Ascesa e poi declino puntualmente ricalcati dai social: ma guarda che cose brillanti
scrive Tizio su Berlusconi, Caio del Premio Strega... guarda oggi guarda domani
e poi finisci che non guardi più. O meglio, guardi altrove.
I giovani, che per definizione sono più irrequieti,
volubili e scattanti, si sono stufati già da un pezzo, e quel poco di
attenzione che sono disposti a concedere è limitato alle forme, i fenomeni
potremmo dire. Non alla loro interpretazione. Hai un musetto o un culo
fenomenale? Bene, eccoti il mio like in cambio del tuo selfie. Ma non starmi a
raccontare la rava e la fava, io sono già al prossimo post. Dunque meglio
Instagram di Facebook, per passare dalla teoria alla prassi.
Con tempi dilatati e passo incerto, è quanto stanno
sperimentando anche le generazioni più vecchie; che poi saremmo noi e ci comportiamo come i nostri genitori quando gli abbiamo regalato il primo smartphone: all'inizio facevano un po' di casino con WhatsApp, ma alla fine si sono abituati. E l'abitudine porta noia, saturazione, ridimensionamento dell'entusiasmo iniziale. Non so esattamente da cosa provenga, ma l'effetto è quello dei balocchi natalizi
arrivati all'Epifania: divertono molto meno.
Michele Serra, naturalmente, fin che lo pagano andrà
avanti con le sue Amache, e probabilmente anche la maggior parte degli utenti social. Solo con minor frequenza, cura nella scelta delle parole da utilizzare, attenzione a ciò che scorre sotto a occhi sempre più ipermetropi. Come vecchie signore inglesi a cui manca il coraggio di
confessare alle amiche che il tè col latte gli procura acidità di stomaco, hanno scoperto di
essere intolleranti al lattosio. Molto meglio un Gin Tonic.
E a dirla tutta, neppure a me piace più tanto fare
quel che sto facendo in questo esatto momento. Forse sono diventato anch'io
allergico al lattosio, alla scrittura, ai dispiaceri e soprattutto al mio
mondo sempre più piccolo, un mappamondo gonfiabile, ecco, dopo avere incrociato un chiodino. Dando per acquisito un effetto
speculare nel lettore: A' Guido Hauser... mo hai rotto il cazzo!
Chissà, forse dovremmo ripartire dall'inizio, vendere
l'automobile, chiudere gli account sui social, prenderci un bel calesse con un
cavallo baio, anzi due, non vorrei si affaticasse troppo. E basta con il tè col
latte alle quattro in punto del pomeriggio!
Certo non mi fanno impazzire tutte..ma praticamente L'Amaca di Serra è la prima cosa che leggo di Repubblica..😁
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