giovedì 18 dicembre 2025

Diabolik (mi ricordo 73)

 


Mi ricordo di un gattaccio di strada appena uscito da un bidone: magro, il pelo arruffato, sporco, con un muso aguzzo pieno delle cicatrici guadagnate nelle lotte per l'accoppiamento, in cui a prevalere erano micioni ben più adatti a tramandare i loro geni. Ma in realtà era un uomo. Lo chiamavano Diabolik, e di lavoro svaligiava appartamenti.

Se negli appartamenti che svaligiava non trovava soldi oppure gioielli – e cioè quasi sempre, tocca purtroppo aggiungere –, Diabolik apriva il frigorifero e vedeva cosa ci stava negli scomparti. Nel caso il contenuto fosse di suo gusto (almeno una fortuna la possedeva: era di bocca buona), iniziava a mangiare e soprattutto a bere, come nella sequenza di un celebre film del 1958.

Il portafogli rimaneva in affanno, ma se non altro adesso aveva la pancia piena. E poi nell’appartamento c’era un bel calduccio, il sofà non poteva essere più comodo, quasi quasi…  Al rientro i proprietari lo trovavano così: acciambellato alla maniera di quel gattaccio di strada che pareva, ronfando quale forma umana delle fusa; numerose le lattine di birra vuote sparse sul tappeto, come pezzi di una partita a scacchi sempre sul punto di ricevere matto.

Quando lo svegliavano, il più delle volte accompagnati dalla polizia, rispondeva sfregandosi gli occhi cisposi: “E voi chi cazzo siete?!” bofonchiava, girandosi poi dall’altra parte e riprendendo a dormire.

Questo nel celebre film del 1958 però non viene mostrato. Altrimenti, invece dei Soliti ignoti, si sarebbe intitolato Diabolik.


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