Ho appena letto su Facebook un bel post della poetessa Viviana Viviani. Senza dichiararlo esplicitamente, si riferiva al rifiuto di Zerocalcare, seguito da altri scrittori, di partecipare all’annuale manifestazione editoriale Più libri più liberi, in cui è presente lo stand di Passaggio al Bosco, una casa editrice di indubbie simpatie filonaziste.
La tesi di Viviani è la seguente: "dobbiamo
metterci in testa che bisogna coesistere anche con le idee che non ci
piacciono, almeno finché non si traducono in azioni violente, e decidere di
volta in volta se ignorare o contestare."
Il pensiero è ben formulato e del tutto ragionevole,
anche nella parte del testo che ho omesso. Ma contiene un implicito: convivere
equivale a condividere – condividere in senso spaziale, intendo. Come a dire
che il mondo è uno e ci deve essere spazio per tutti, almeno fino a quando non
vengano commessi reati. E per inciso ricordo che in Italia è tutt'ora vigente
la legge 645 del 20 giugno 1952, dove all'articolo 4 viene sanzionata ogni
forma di apologia attiva di fascismo. Quindi la nostalgia viene fatta salva dalla condanna del legislatore.
Bisognerebbe dunque entrare nel merito del catalogo di
Passaggio al Bosco, che non conosco, con strumenti giurdici di cui pure difetto. Facciamo dunque come se – come se:
attenzione! – ciò che pubblicano sia esente da ogni ipotesi di reato, e torniamo
all’equivalenza adombrata nel ragionamento di Viviani: convivere equivale
davvero a condividere?
Con un esempio sarà forse più chiaro. Al mondo
esistono ventitré specie di coccodrilli, per decine di migliaia di esemplari
sparsi tra acque salmastre, paludi costiere, estuari, fiumi, laghi, stagni,
acquitrini e perfino qualche piscina hollywoodiana, così da fare un po’ di
scena nei cocktail a bordo vasca.
Bene, mi chiedo chi avrebbe voglia di immergersi in
una di queste piscine con un coccodrillo... Io no di certo, per quanto non ne
contesti la presenza. Certo, mi piacciono di più altri animali, tipo cani, cerbiatti, delfini
o pettirossi da combattimento, ma non pretendo che tutti i coccodrilli vengano
immediatamente convertiti in borsette. Sono ben disposto a con-vivere
con loro, ma non a con-dividerne gli spazi.
Zerocalcare, ma anche Corrado Augias, Michele Serra,
Alessandro Barbero e molti altri devono avere fatto lo stesso ragionamento.
Accettano, non è importante quanto volentieri, di convivere con una casa
editrice filonazista. A patto però di non dover condividere una fiera
letteraria. Scelta che a me pare del tutto legittima: i coccodrilli di là, noi
di qua. I nazisti a Più libri più liberi, noi a casa a vederci un
vecchio film di Billy Wilder.

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