Da qualche tempo, il chinotto è diventato un argomento politico
dirimente. Intervistati in un salotto televisivo, uno a caso, tanto si
assomigliano tutti come i Puffi (c’è Puffazio, Puffettagruber, Puffloris etc.)
i politici di sinistra non è raro che si lascino andare alla seguente
confidenza: "Guardi... " pausa gongolante e ammiccamento all'intervistatore,
"alla Coca-Cola io preferisco il chinotto."
Immagino si riferiscano al Chinotto San
Pellegrino, anche se la marca non è specificata – come se poi qualcuno si
precipitasse al supermarket ad acquistare quella marca lì, dicendo alla commessa
mi dia il chinotto di Renzi –, e nemmeno in quale punto dell'arco parlamentare
si collochi il Tamarindo Erba e la Cedrata Tassoni.
In ogni caso, inizio a sospettare che
sia questo il motivo per cui, da altrettanto tempo, ho smesso di votare per i
partiti di sinistra; ossia di votare tout court, già che quelli di destra non
li prendo proprio in considerazione. Tra una destra alla Coca-Cola, un
populismo allo spritz e una sinistra al chinotto, anche no. Grazie.
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