L'11 dicembre del 1926, partendo da Savona in una notte che ci piace immaginare stellata, Filippo Turati fugge dalla persecuzione fascista con il motoscafo Oriens; al timone si alternano Italo Oxilia e Lorenzo Dabove, accompagnati da Sandro Pertini, Riccardo Bauer, Ferruccio Parri e Carlo Rosselli. Dopo dodici ore di navigazione sbarcheranno nel porto di Calvi, in Corsica, dove vengono immediatamente arrestati, prima di essere riconosciuti e ottenere accoglienza e sostegno.
Fiumicino, lunedì 15 aprile 2024, terminal 1. Al duty
free del reparto profumeria, con sprezzo del pericolo ma indubbio gusto
olfattivo, Piero Fassino viene scoperto dagli addetti alla sicurezza con in
tasca un profumo Chanel; stava cercando di allontanarsi senza pagare,
sostengono.
Non è importante che il furto venga accertato, né tantomeno i suoi risvolti penali – Fassino si difende dicendo che avrebbe pagato in seguito, mentre, filmati alla mano, il personale del negozio rincara affermando una disposizione recidiva. Naturalmente ci auguriamo che l'ex dirigente del PD venga scagionato dai riscontri (in ogni caso rischia poche centinaia di euro di ammenda), ma davvero la realtà dei fatti è per noi priva di interesse. Basta la sua narrazione.
A fare di una storia una buona storia è, infatti, ciò che in narratologia viene chiamata sospensione dell'incredulità; e qui la descrizione degli eventi risulta del tutto credibile, con la verosimiglianza non a sostituire la verità, ma a rendere visibile una sorta di fantasma. Siamo insomma al cospetto di un simbolo: riassume la metamorfosi politica avvenuta nei quasi cent'anni trascorsi tra i due episodi. Nemmeno un grande scrittore avrebbe saputo scovare una metafora altrettanto efficace, con la quale mostrare lo stato attuale della Sinistra italiana.
Nella canzone Profumi e balocchi, composta nel
1928 da Giovanni Ermete Gaeta, in arte E. A. Mario, un celebre verso intona:
"Mamma, mormora la bambina
Mentre pieni di pianto ha gli occhi,
Per la tua piccolina
Non compri mai i balocchi
Mamma, tu compri soltanto i profumi per te.”
L'unica differenza è che la Sinistra istituzionale non solo ha smesso di occuparsi di "balocchi", da destinare agli umili, agli emarginati, ai sottopagati e agli offesi da cicli e ricicli economici sempre nella medesima direzione di marcia, ma i profumi, rigorosamente per sé, nemmeno li compra più. Li ruba.
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