Shultz è impazzito, ha cambiato ventimila lire in monetine e ora li sta dilapidando a Pac-Man! Non so chi diffuse la voce, ma fatto sta che montammo immediatamente sulle Vespe suddivise, più o meno equamente, tra ET3 e PX (io avevo un PX 125 bianco con l'adesivo di Radio Studio 105) e ci precipitammo al Bar Sole per salvare Shultz dalla sua follia. Quando arrivammo Shultz era seduto su uno sgabello di fronte al bancone sorseggiando una Stella Artois alla spina. È vero, prima si era fatto tre o quattro partite a Pac-Man, ma al momento guardava alle nostre felpe Stone Island come la ragazza rapita dai Comanche guarda all'arrivo di John Wayne. Poi disse in unico suono che non conteneva nessuna erre, dunque senza il suo consueto rotacismo, non sembrava nemmeno lui, poi disse quasi ridacchiando: "Ma che cazzo volete?" Una domanda che perfora i decenni producendo eco – che cazzo volete ete ete... – ripresentandosi ora in forma di enigma da risolvere: cosa volevamo, già, in quel pomeriggio di giugno del 1982, cosa pensavamo di poter/dover fare per Shultz, da dove questa idea romantica e anche un po' equivoca per cui il tutto incorpora le parti, se ne prende cura secondo logiche da formicaio, o alveare? Un enigma a cui, per comodità, diamo il nome di gioventù.
Io ho dilapidato bei soldini in sala giochi, magari un po' prima dell'82.
RispondiEliminaMa quella domanda ce la rivolgiamo ancora adesso, e non di rado coniugata al presente.