Sull'ultimo numero di Robinson, il supplemento culturale de la Repubblica, la scrittrice Rosella Postorino ha pubblicato un bellissimo testo sul politicamente corretto, la cui ombra inclusiva è stata recentemente estesa alle relazioni erotiche, che vengono così compresse nel codice binario dell'assertività: no, non mi interessi, smamma; sì, mi interessi, la dogana si alza e hai accesso al mio corpo. Questo in brutale sintesi il contributo del #MeToo movement al galateo sociale.
Ma il desiderio femminile, continua Postorino, è assai più complesso e sfumato dell'algebra booleana, e meglio potrebbe essere compreso dentro l'orizzonte semantico del "forse": forse in questo momento qui mi va; ma forse, tra dieci minuti, quando mi infilerai una mano sotto la gonna, non mi andrai più, e ti troverò viscido e repellente. E così ogni incontro erotico ci espone non solo al rischio fisico (siamo nudi, vulnerabili) ma anche a quello psichico del ripensamento, che dovrebbe essere sempre contemplato tra i possibili relazionali, senza inchiodare la donna a un consenso o a un dissenso definitivi.
Come ho anticipato, non solo apprezzo molto la narrativa di Postorino, ma
anche il testo in questione, che mi ha fatto tornare alla mente un reportage
dagli Stati Uniti di Italo Calvino, era la fine degli anni sessanta e
reclamavano la scena il movimento studentesco e la controcultura beat. In quel
vitale coacervo di posizioni non sempre coerenti, Calvino ravvisava un comune
denominatore nel rifiuto, non tanto, della generazione che li aveva preceduti,
ma del modo in cui essa interpretava il piacere, fisico e non. Ed era anche qui
un codice binario, in cui a essere acquisito in via preventiva era il cosa – la
vita è un'infinita giostra di piaceri –, mentre veniva questionato il come.
Il piacere, per i padri, si dava nella forma di macchinone con vezzose code
di rondine posteriori, villette a schiera da acquistare con mutui dall’infinita
rateizzazione, zerbini con la scritta welcome,
il cane di razza Rough Collie che scorrazza in giardino, mentre la moglie
inforna la torta di mele; intanto il marito fa gli straordinari in ufficio, con
la giovane segretaria posata sulle ginocchia. Quel piccolo velleitario mondo
che abbiamo ritrovato nella serie televisiva Mad Men, a inabissarci alla scaturigine del sogno americano. No,
tutto ciò fa schifo rispondevano i figli, opponendo ai piaceri borghesi quello
per le droghe, l’amore libero, le ballate folk strimpellate attorno a un falò
sulla spiaggia, da cui prendere congedo a bordo di potenti motociclette, i
capelli e le barbe lunghe scompigliati dal vento salmastro del Pacifico.
Vi era però un elemento di continuità, annota Calvino, tra la generazione
dei padri e quella dei figli, che consisteva nell’assumere come certe,
addirittura “naturali”, le condizioni materiali con cui avere accesso ai loro
diversi piaceri, garantiti dall’impianto economico di una società che veniva
chiamata affluente: sorta di
cornucopia in cui non siamo noi a conquistare con sforzo il piacere, ma il
piacere affluisce a noi, quasi magicamente. L’unico problema diviene così
discriminare nella molteplicità in cui si declina.
Ma cosa c'entra tutto ciò con quanto scritto da Rosella Postorino? A me
sembra che la sua prospettiva sia la medesima, ma sul versante erotico: da
donna giovane, bella e intelligente qual è, proietta la sua condizione su un
femminile indifferenziato, che come lei diviene oggetto di una sorta di
desiderio a prescindere, un desiderio
affluente. Status privilegiato dentro al quale, secondo la logica non
binaria del forse, ci si può muovere
per libera scelta, esperimenti, concessioni al desiderio proprio e dell'altro.
Ma sempre mantenendo lo spazio per la ritirata di Cenerentola, bada bene con
entrambe le scarpette ai piedi, attraverso cui incamminarsi verso nuovi e più
interessanti principi azzurri.
Il guaio è che come era falso il mito della società affluente (c'era
un'economia neocolonialista a sostenere quel mondo di cartapesta, come Atlante
il globo), lo è anche quello del desiderio affluente. Specie in una nazione
come la nostra, con una popolazione sempre più anziana e, diciamolo pure senza
ipocrisia, meno desiderabile. A quel punto, il forse auspicato con piena
legittimità nel testo della brava scrittrice calabrese, diviene forse qualcuno ancora mi si piglia...
Una condizione che vale per entrambi i generi, sia chiaro: la cornucopia, a un
certo punto, smette di eruttare occasioni erotiche a getto continuo, e si
finisce a mendicare un compagno nelle trasmissioni pomeridiane di Maria De
Filippi.
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