venerdì 12 settembre 2025

Malattia delle catene

Charles James Kirk viene ucciso il 10 settembre 2025 a Orem, Utah, durante un comizio in cui parla di armi libere, viene ucciso da un solo precisissimo colpo esploso da un’arma talmente libera da sparargli. Non voglio fare del sarcasmo, la sua morte violenta mi turba come quella di ogni altro essere umano – e cioè limitatamente, l’inflazione di comunicazioni drammatiche ci ha reso meno permeabili al dolore degli altri. Aveva ragione Francesco Guccini quando cantava: “Mi è andato il cane sotto un camion quella sera, ho pianto come un vecchio sopra una bandiera. Se fosse stato un compagno basco avrei forse pianto di meno".

Ma torniamo a Kirk, sembra il triste paradosso contenuto nel motto evangelico chi di spada ferisce di spada perisce. Da persona che si sente più affine alla nebulosa del pensiero progressista – sempre più nebulosa, in effetti –, mi interessa però l’altro paradosso che coinvolge l’assassino, il ventiduenne Tyler Robinson; dal poco che sappiamo di lui comunque traspare un sentore da album di famiglia, per riprendere la celebre e controversa definizione di Rossana Rossanda riferita alle BR. Possiamo infatti includerne le velleità criminali nell'area della sinistra radicale, a partire dal macabro dettaglio della scritta Bella ciao iscritta sul proiettile che ha fatto centro. 

Per contestare la facilità con cui negli Stati Uniti si possono detenere armi grazie a una lunga tradizione repubblicana, ecco il paradosso, chi preme il grilletto compie il medesimo gesto che contesta, agisce la negazione beneficiando del possesso di un'arma. E non pensiamo di cavarcela con un altro motto che vuole gli estremi toccarsi. No, c’è molto di più. Una rappresentazione plastica per analogia è la morte di Kurtz al termine di Apocalypse Now. Il capitano Willard lo colpisce con un machete, Coppola alterna la sequenza con il sacrificio rituale di un bufalo d'acqua, per poi assumere simbolicamente i tratti della vittima interpretata da Marlon Brando, con il suo cranio glabro sempre inquadrato in penombra. Hanno ammazzato Kurtz e Kurtz è vivo, il sotto testo.

Una dialettica di rispecchiamento e incorporazione dei contrari chiamata da Nietzsche malattia delle catene, a cui – sempre per Nietzsche – ci si deve sottrarre se si vuol diventare ciò che si è (in potenza). È il tema della differenza, dell'identità, che con Jung prende il nome di individuazione, di cui il nemico è l'ombra. Il seme diventa albero, il fiume mare e i cignetti candidi cigni, per quanto siano ancora tutti neri. Lo stesso dovrebbe essere in politica, ma non sempre è così.

Per molti anni la Destra, orfana del fascismo sempre più ridotto a folclore, ha trovato la propria ragione politica per contrapposizione alla Sinistra culturalmente egemone, mentre ora i rapporti si stanno invertendo: è la Sinistra a essere ammalorata dalle catene arrugginite della Destra, recuperando una friabile identità nel semplice diniego, poco importa se strillato o articolato con una bella erre moscia alla Bertinotti. Ma l'assenza di un'idea di mondo autonoma contiene il rischio della controfigurazione, quando il contrario di Anna è sempre Anna.

L’omicidio di Charles James Kirk dovrebbe agire dunque da monito, almeno se non si vuole replicarne la dinamica, seppure in scala diminuita. Non è infatti necessario ammazzare qualcuno per incatenarsi ai fantasmi destrorsi che ora si aggirano per l’Europa. 

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