domenica 19 dicembre 2021

Lo specchio di io



Strano che nessuno abbia ancora detto che "È stata la mano di Dio" è un film di Pupi Avati. Si è parlato di omaggio a Fellini, se ne ode a un tratto anche l'inconfondibile voce dietro a una porta socchiusa, ma a me ha ricordato il sentimento nostalgico di Pupi Avati, quel monumento alla gioventù perduta che sfocia nelle parole del camorrista di cui diviene amico Fabietto, alter ego di Sorrentino: "Io nun so pazzo, io so giovane!" Però Pupi Avati e più bravo a fare Pupi Avati, così come De Luca è più bravo a fare De Luca – fa più ridere – che non Crozza quando imita De Luca.

Non che il film di Sorrentino sia brutto, al contrario, a me è piaciuto molto, pur continuando ad avere la sensazione che sia stato girato da qualun altro; e ciò nonostante sia presente un nucleo narrativo forte, la voglia o, come si usa dire adesso, l'urgenza di raccontare una storia che cerca di farsi voce dal profondo, non eco d'infinite altre storie che rimbalzano come sulla superficie di uno specchio, uno dei tanti di cui sono piene le sue pellicole. Sarebbe bello, invece, se su quei riflessi il regista napoletano sostasse, per scoprire finalmente il suo volto che finora non è quello di Narciso, ma di Proteo.

E chissà che lo specchio smetta di ripetergli che è il più fico del reame, glielo dicono già tutti e glielo dico anch'io, ma fosse uno specchio magico, una porta attraverso cui si viene introdotti alla radice psichica sfiorata da questo film, a mostrarci come il continuo desiderio di approvazione coincide con l'unica approvazione mai davvero arrivata: quella di un padre nel caso morto prematuramente – ma l'assenza morale non è meno devastante di quella fisica , un padre anche in forma traslata e cioè un Maestro qui identificato in Capuano, un padre che ti dica va bene, non ostinarti a cercare di essere ogni volta il più bravo della classe, va bene così, non servono le frasi a effetto, puoi acquietare quella smania di redenzione della vita in forma ("La realtà non mi piace più. La realtà è scadente. Ecco perché voglio fare il cinema"), vai bene e soprattutto ti voglio bene.

A quel punto, Paolo Sorrentino e non uno che gli somiglia, o a cui lui cerca ostinatamente di somigliare, potrà girare il suo primo "vero" film. Di cui questo rappresenta solo un prologo, il trailer carico di promettenti aspettative. Dai che ci siamo quasi!

2 commenti:

  1. Secondo me, la vhs di C'era una volta in America è rimasta poggiata sul televisore. Un'occhiata gliela avrei data invece.. ;)

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