Sono partiti gli ennesimi spot pubblicitari sui vaccini, con Amadeus e Bonolis che interpretano la versione amichevole paracula di Galli e Bassetti, al posto di Viola e Capua troviamo Ambra Angiolini e Mara Venier.
Va tutto bene, intendiamoci, ma da quanto tempo è che parliamo di vaccini è
prevenzione? Il conto è presto fatto: dodici ore d'informazione al giorno per
sette canali televisivi per diciotto mesi, il tutto tradotto in parole.
Migliaia di parole dunque, milioni, probabilmente miliardi se contiamo anche
l’informazione estera e le reti locali.
Eppure il tutto avrebbe potuto limitarsi a due sole: vaccinatevi, stronzi!
Temo così che si debba prendere atto che nella nostra società è in atto una
sorta di speciazione culturale, sul modello di quella biologica: l'evoluzione
si biforca e da una specie ne nasce una nuova, senza sostituirsi del tutto alla
prima. Ne parlò per la prima volta Darwin osservando i fringuelli delle
Galapagos. Le due specie, verosimilmente, dovranno convivere ancora per molto
prima che una soppianti definitivamente l'altra, come è avvenuto con i Sapiens
Sapiens e i Neanderthal.
Detto fuor di metafora, temo che chi non si è vaccinato finora continuerà a
non farlo, qualsiasi cosa gli si dica; ci sarà tanto l'amico dell'amico del
cugino suggerirgli il contrario, senza contare i social network. E a questo punto
va bene così, ognuno per la sua linea evolutiva. Tanto, con la variante Delta,
l'asticella dell'effetto gregge viene alzato ad altezze difficilmente
raggiungibili.
Per altro, non è detto che non abbiano ragione loro: la terra è piatta, o
cava, per nascoderci meglio gli ufo che spruzzano le scie chimiche e
scoreggiano nei vaccini. E Bill Gates di notte si trasforma in una viscida
lucertola con la linguetta di fuori, dandosi convegno con Mario Draghi per happy hour a base di
cocktail di formiche rosse e tafani.
"Vaccinatevi, stronzi!" Lo promulgo da mesi. Dovrei esigere una sorta di copyright? Ti perdono. Ma esibiscimi il green pass almeno.
RispondiEliminaCome no, ho anche fatto un vaccino da upper class, dal nome che ricorda un'imprecazione di Eta Beta...
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