Quando dico a
qualcuno che da alcuni anni leggo in ebook, è frequente la replica: "E
l'odore dei libri, il frusciare delle pagine...?"
In genere, sono le
stesse persone che mi confidano che, se solo ne avessero il tempo, leggerebbero
da mattina a sera, per loro la lettura è la cosa più importante. Ma il se
ipotetico con cui hanno introdotto la frase ci comunica, appunto, e bada bene con
grandissimo rammarico, che quel tempo non ce l'hanno.
Peccato, perché se
solo fossero arrivati al termine di un solo libro – a chi vogliono darla a
bere... – si sarebbero accorti che la lettura è un'esperienza per così dire sussultoria, e non può essere
generalizzata. Ci sono infatti libri che ti cambiano per sempre e altri colmi
di sciocchezze, libri che se letti in una stagione della vita, e penso ad
esempio a Siddhartha, sono un fiume in piena, ma se riletti in seguito si
trasformano in un ruscelletto magro magro.
È insomma come se il
mito della lettura, alla maniera di ogni altro mito, avesse quale premessa la
mancanza di conoscenza del suo oggetto, che in questo caso viene sublimata con un logoro stereotipo. Per comprenderlo basta leggere in modo
concentrato per due o tre ore di fila, e poi tornare a una semplice e comune attività:
fare un grattino dietro le orecchie al gatto, dare da bere ai gerani sul
balcone, mangiare una Fiesta al caffè, è un nuovo gusto che consiglio vivamente di provare.
Tutte cose non meno
importanti e gratificanti della lettura. Se siete fortunati e l'avete a tiro,
anche scoccare un piccolo bacio sulle labbra di una persona che ricambia il
vostro bene. Con buona pace del fruscio delle pagine, l'odore della carta e
altre cazzate del genere.
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