Nelle intercettazioni sull’inchiesta che riguarda il generale Buscemi e la presunta circonvenzione, da parte di otto spogliarelliste, dell’anziano militare ora defunto, si leggono le trascrizioni di alcuni messaggi a lui inviati. Non è l’oggetto che colpisce – il tentativo di spillargli denaro, appunto – ma la forma, che possiamo iscrivere nel registro letterario del grottesco. Aldo Nove o Paolo Villaggio, per intenderci.
Ma quale letteratura può ancora scaturire, mi chiedo,
da una realtà che già si presenta in forma di oltranza comica, l’esagerazione
tipica del genere è già compiuta in un quotidiano che non potrebbe essere più
assurdo?
Ciò che risulta buffo alla lettura proviene infatti dal superamento di un limite (il famigerato patto di sospensione dell'incredulità con
il lettore), che dunque deve essere presente, un incredibile ordinariamente creduto non è più
sfondabile dal grottesco, e si affloscia nei goffi tentativi di comici
maldestri. Gli scrittori dovrebbero fare causa alla realtà, gli sta
sottraendo lavoro, come i figli di Buscemi stanno facendo causa alle
spogliarelliste.
Le quali hanno però un formidabile argomento a loro
difesa: noi stavamo lavorando al nuovo canone letterario, per fare comprendere
anche al più zuccone tra di voi in quale mondo stiamo vivendo. E in effetti,
leggendo le seguenti parole, agli atti della Procura di Roma, toccherebbe
dargli ragione. E assolverle per aver compiuto il fatto:
1) “Voglio solo amore. Mi compri la borsa Chanel?”
2) “Voglio essere la tua donna, ma credi di potermi
dare per oggi 110 euro?”
3) “Amore oggi facciamo solo una bottiglia. Però
domani mi paghi il parrucchiere.”
4) “Voglio essere la donna che ti ha catturato il
cuore. Voglio solo amore da te. Generale, sei il mio eroe! Mi dai 2.000 euro?”
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