lunedì 2 dicembre 2024

I passi di Claudia

Non conoscevo personalmente Claudia Tarolo, anche se, una quindicina di anni fa, ci scambiammo alcuni messaggi privati che avevano quale oggetto la città in cui abbiamo vissuto entrambi, e dove io sono rimasto incastrato. Lei abitava con la famiglia di origine sulla salita di via Alpini, porta a Montagna in Valtellina ma è ancora in comune di Sondrio, negli anni Venti veniva percorsa tutti i giorni da mia nonna diretta al mercato, dove sperava di vendere il latte appena munto dal padre. Oltre mezzo secolo dopo, all'inizio degli anni Ottanta, Claudia arrancava sullo stesso ripido tratto di strada in senso inverso, un passo dopo l'altro calzando scarpe che immagino da pallacanestro; con il borsone in spalla, nel tornare dal Liceo Scientifico Carlo Donegani, si doveva sbuffare non meno che con la brenta di alluminio. Se non altro le cuffiette del walkman potevano restituirti un brano dei Police, Message in a bottle ad esempio, sono molti i mari che la bottiglia deve attraversare prima approdare nelle mani giuste, come le pagine di un libro. Le ragazze che scendevano a vendere il latte alleviavano la fatica cantando, ma sono certo che mia nonna non si univa al coro, neppure in chiesa intonava le canzoni della liturgia. Questa sovrapposizione di passi mi rende ancora più concreta e dolorosa la scomparsa della brava editor di Marcos y Marcos, a un'età che non mi è nota e dunque associo a quei rientri da scuola. La casa editrice, in qualche modo, andrà avanti anche senza il suo prezioso contributo. Ma i passi di mia nonna e Claudia saranno definitivamente sostituiti da altri passi, in un ricambio naturale di suole di cui continuo a non farmene ragione.

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