martedì 3 gennaio 2023

Old Man, o sulla geologia delle serie tv

Old Man, la recente serie televisiva prodotta da 20thTelevision e trasmessa, in Italia, da Disney +. A questo periodo manca una reggente, non è una svista. Piuttosto la sensazione che sto avendo nel guardarla; l'ho scaricata da eMule, ci manca solo che mi abboni anche a Disney +...

Avevo grandi attese, mi piace molto il protagonista, Jeff Bridges, e ne avevo letto bene. Ma già dopo la prima puntata, abbastanza buona, è emerso quel tratto della serialità su cui è interessante ragionare, più che sulla specifica serie che si è rivelata purtroppo modesta.

Viene spesso fatto un paragone: le serie somigliano a un romanzo, i film a un racconto. Messa così, in forma assoluta, è probabilmente una sciocchezza, le eccezioni alla regola vengono subito alla mente (Oblomov, Barry Lyndon, Citizen Kane ecc.). Eppure quante volte, andando a cinema, siamo rimasti delusi dalla riduzione cinematografica di romanzi che abbiamo amato, riduzione in tutti i sensi. In due ore scarse si stenta a fare emergere la psicologia e le motivazioni dei personaggi, se non in forma semplificata. Limite che le serie non hanno, e consentono uno scavo umano più profondo.

Pensiamo a Better Call Saul. Il protagonista, Jimmy McGill, poi divenuto Saul Goodman per attrarre clienti, ci sembra di conoscerlo. È una persona più che un personaggio, o ancora più precisamente un personaggio-persona, a cui i bravi sceneggiatori (oltre al magnifico interprete, Bob Odenkirk) hanno trasferito tutta una sfumata gamma di stati d'animo, una biografia che si riflette sulle scelte presenti.

Ma cosa succede, nelle serie televisive, nel caso di personaggi-personaggi, ricalcati dai cliché cinematografici più vieti?

Succede quello che avviene in Old Man: si scava si scava, ma per non trovare nulla. Una disposizione geologica prima ancora che cinematografica, in cui la ricerca del filone d'oro conduce a un pugno di sabbia.

In questo caso si rimpiange l'azione pura, si rimpiange il primo Clint Eastwood in cui erano presenti due sole modalità espressive: con sigaro e senza sigaro. Ampiamente sufficienti per fare procedere una vicenda che offre in sé ristoro, la psicologia diventerebbe una ridondanza che intralcia il piacere dell'azione. Gli stereotipi, nei casi migliori, si convertono infatti in archetipi drammaturgici. Basta una parola: western.

Non disponendo di un personaggio-persona si dovrebbe fare un western, oppure un action movie, un film di cappa e spada, non una serie. Old Man, senza la zavorra psicologica e motivazionale, sarebbe probabilmente potuto essere un buon film di genere. Jeff Bridges ci mette una maschera da cattivo buono che è sempre un piacere. Ma così è l'ennesima storia di un cercatore d'oro che non lo trova. E di uno spettatore che si addormenta.

 

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